Guido M. Filippi
Oggi parliamo di cervicobrachialgia, una sindrome che colpisce una percentuale tutt’altro che esigua della popolazione, e che va diagnostica e curata per tempo, per evitare il peggioramento dei sintomi.
Che cosa è la cervicobrachialgia?
Questa patologia si presenta come una sensazione dolorosa (che spesso può essere pulsante o bruciante) che si estende dal tratto cervicale della colonna fino alle estremità di uno o entrambi gli arti superiori (quest’ultima condizione è più rara), e può aumentare in seguito all’attività fisica o ad un semplice movimento brusco ed improvviso.
Altri sintomi molto comuni della cervicobrachialgia che riguardano gli arti sono:
- Intorpidimento
- Rigidità
- Formicolio
- Debolezza muscolare
I pazienti avverto quasi sempre anche:
- Rigidità al livello del collo
- Cefalea
- Vertigini
Anche se il fastidio si localizza sulle spalle, lungo le braccia o addirittura sulle dita, il problema risiede nella colonna cervicale: qualcosa irrita le fibre dei nervi che entrano od escono dalla colonna, e questa irritazione si manifesta con strane sensazioni o disturbi riferiti al punto in cui il nervo irritato va a finire.
Più in dettaglio…
Nello specifico, questa condizione è provocata dalla compressione delle strutture nervose che fanno capo ai nervi spinali C5, C6, C7 e C8 (che nascono a livello delle vertebre cervicali omonime). Tale radicolopatia, interessa le radici ed i primissimi relativi prolungamenti dei nervi spinali facenti parte del plesso brachiale, le cui funzioni motorie e sensitive subiscono alterazioni più o meno gravi. (Le strutture nervose interessate dalla cervicobrachialgia sono quelle che controllano i muscoli e le capacità sensitive di spalla, braccio, avambraccio e mani).
E’ bene ricordare che la cervicobrachialgia può essere anche la conseguenza di una particolare condizione medica, nota come “sindrome delle stretto toracico”, ma oggi ci limiteremo a trattare le compressione nervosa dovuta a problemi a carico del tratto cervicale.
In presenza di questi particolari manifestazioni, è bene rivolgersi al proprio medico curante, che ci indirizzerà da uno specialista che procederà con le analisi del caso.
Principali cause della cervicobrachialgia dovuta a radicolopatia cervicale.
Molte sono le condizioni patologiche che possono determinare l’instaurarsi di una radicolopatia cervicale, ma fra le più diffuse troviamo:
- Ernia del disco cervicale.
- Artrosi cervicale.
- Presenza di osteofiti (piccoli speroni ossei) a livello cervicale.
- Malformazioni congenite della colonna.
- Traumi a carico del rachide cervicale.
- Neoplasie della colonna vertebrale.
I soggetti più colpiti da cervicobrachialgia, solitamente sono gli adulti che esercitano un mestiere ripetitivo come quelli al computer, i lavori di scrittura, e quelli che prevedono il continuo spostamento di oggetti pesanti.
Per una corretta diagnosi è indispensabile, dopo un esame obiettivo, procedere ad una serie di test strumentali, fra cui:
- Risonanza magnetica: per valutare lo stato di tutte le strutture che compongono il distretto cervicale ed individuare eventuali compressioni nervose.
- Elettromiografia: per monitorare la qualità degli impulsi nervosi trasmessi attraverso i nervi.
Sindrome cervicobrachiale: come si cura?
Nella stragrande maggioranza dei casi la terapia intrapresa è conservativa e sintomatica, ma va iniziata tempestivamente per scongiurare un aggravamento del quadro sintomatologico.
Una volta accertata con precisione la causa della cervicobrachialgia, verranno prescritti:
- Un periodo di riposo da quelle attività che causano lo scatenarsi dei sintomi.
- Farmaci antidolorifici, quali Paracetamolo ed Ibuprofene.
- Farmaci miorilassanti, per contrastare l’ipertono muscolare che non fa altro che aggravare i sintomi.
Molto utili si sono rivelati trattamenti di fisioterapia mirati a ripristinare il corretto tono muscolare, sedute di stretching volte a rilassare tutto il cingolo scapolo omerale e cicli di ginnastica posturale (non raramente infatti uno dei fattori aggravanti e responsabili del mantenimento della sintomatologia è una contrattura del muscolo trapezio).
E’ importante ricordare che uno stretching troppo intenso potrebbe peggiorare la situazione, così come uno troppo blando potrebbe risultare del tutto inefficace.
Ottimi risultati nel combattere il dolore e nel rilassare la muscolatura interessata dalla sindrome si sono ottenuti tramite l’utilizzo del CroSystem, un presidio fisioterapico di nuova concezione che, tramite l’applicazione di piccoli manipoli sulla muscolatura del collo e del cingolo scapolo omerale, trasmette delle microvibrazioni meccaniche completamente indolori che, oltre a contrastare l’ipertono dei muscoli, contribuiscono a riattivarne il microcircolo, accorciando significativamente i tempi di guarigione.
CroSystem, è completamente privo di controindicazioni e può essere usato da qualunque tipologia di paziente, in quanto:
- Non utilizza farmaci.
- Non emette onde elettriche o magnetiche.
Tali caratteristiche rendono i trattamenti assolutamente sicuri anche per i pazienti portatori di dispositivi intracorporei quali protesi, pompe da infusione e pacemaker.
I limiti. Sebbene l’efficacia sia quasi sempre notevole, non si può considerare l’intervento come miracoloso. I trapezi rispondono singolarmente bene, ma è impossibile predire una risoluzione dei problemi che si propagano al braccio. Mentre quindi il dolore tipicamente presente alla base e ai lati del collo ha molo spesso una risoluzione totale o almeno largamente apprezzata dal paziente, più variabile è la conseguenza lungo l’arto superiore. L decontrazione del trapezio può, ad esempio essere risolutiva per l’irritazione delle fibre nervose, ma in altri casi, questa decontrazione non è sufficiente a liberare completamente le vi nervose dal fastidio causato, ad esempio da deformità articolari vertebrali.
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