Il Cro®system mostra un’efficacia quanto meno interessante nelle paralisi cerebrali infantili. L’efficacia, seppur documentata da pochi e isolati lavori sui bambini (per la difficoltà e le implicazioni etiche in questi tipi di studi in simili fasce di età) era facilmente prevedibile sulla base di studi ben più numerosi e dettagliati condotti su adulti affetti da esiti da lesioni neurologiche. I bambini hanno infatti una plasticità cerebrale ben maggiore degli adulti, ancor più elevata quando gli schemi motori non sono stati ancora ben sviluppati.
Inoltre, nei bambini è probabilmente sfruttabile anche l’importante ruolo che la componente sensitiva ha nel guidare lo sviluppo motorio, ben maggiore che nell’adulto. Recentemente il Cro®system ha dimostrato di agire in modo rilevante anche su questo versante.
In questa prima presentazione parleremo dei criteri che comunemente si usano per applicare il Cro®system e quanto si può ragionevolmente attendere:
- In primo luogo, non si osservano praticamente effetti collaterali e il trattamento, data la sua leggerezza, non interferisce con epilessia, farmaci, pompe.
- In secondo luogo, molto in generale, è scarsamente sensato fare previsioni di risultati, salvo alcune eccezioni.
Il CroSystem nella spasticità.
Alcuni distretti muscolari rispondono infatti in modo particolare e persistente a questo trattamento. Si tratta di casi di spasticità dell’ileopsoas, degli adduttori femorali, del pettorale. Gli effetti sono di regola importanti, persistenti spesso per più di un anno, con una regressione di effetto che è comunque sempre non totale. In sostanza parte di quanto ottenuto persiste anche oltre i 12 mesi. Aspetti questi rilevanti, perché l’ileopsoas e gli adduttori sono muscoli molto resistenti alla riabilitazione tradizionale e fortemente limitativi alla deambulazione del bambino.
Altri muscoli, pur se importanti rispondono meno. Ad esempio, i meno responsivi sono i flessori della gamba (bicipite femorale). Il tricipite surale, del polpaccio, è invece un tipico esempio di impredicibilità: la risposta può essere importante, ma a volte modesta. Tuttavia, è abbastanza eccezionale che tale muscolo non dia una risposta.
Come per altri casi, anche per il Cro®system si sviluppano leggende prive di fondamento. Per alcuni il Cro®system sarebbe efficace solo nelle spasticità, per altri solo nelle flaccidità. La verità e che agisce su entrambe perché non agisce sugli effettori (i muscoli) o sui nervi che portano i comandi ai muscoli, ma sulla rete nervosa che elabora i comandi, quindi molto più in alto e più selettivamente dei comuni farmaci.
Su tale modalità d’azione la documentazione è chiara e molto ben sostenuta. Si può intervenire anche sulle debolezze muscolari e con notevole successo, in particolare per la mano e la sua coordinazione, sito i cui effetti permangono e migliorano. Analogamente, moti altri distretti, come il collo, i glutei, gli addominali, sono potentemente responsivi.
La scelta dei muscoli su cui intervenire, almeno in primo approccio, si può basare sull’impedimento che danno nella quotidianità, e/o sui distretti su cui la fisioterapia sta lavorando, per stabilire appunto una sinergia tra i due interventi.
Quali risultati attendersi? Alcuni punti fondamentali.
1. Il Cro®system offre nuove possibilità motorie al bambino o al paziente in generale, ma non gli insegna ad usarle. Questo lo deve fare la riabilitazione. Il Cro®system è destinato ad essere funzionale al lavoro del terapista, non il contrario. La persistenza dell’effetto, in parte dipende dal bambino e dai distretti muscolari, ma in larghissima parte dall’utilizzo, volontario, che il bambino fa dei muscoli trattati.
2. Le nuove possibilità offerte dal Cro®system possono essere, grossolanamente, di 3 livelli:
a. Dopo il Cro®system il paziente fa cose che prima non faceva
b. Riesce a controllare il movimento meglio o molto meglio e quindi può fare gli esercizi riabilitativi con maggiore facilità e successo.
c. Il miglioramento è modesto, a volte non percepibile da occhio non professionale, ma aiuta il terapista nell’esercizio.
3. E’ opportuno trattare non più di 2 gruppi muscolari appartenenti allo stesso arto alla volta, allo scopo di evitare importanti difficoltà al terapista nel suo lavoro e guidare il paziente verso il migliore utilizzo di quanto ottenuto. Per la stessa ragione conviene attendere almeno 30-60 gg tra un ciclo e l’altro per permettere al terapista di stabilizzare il risultato e decidere come procedere ulteriormente.
4. Rispetto al punto 3, possono fare eccezione i bambini molto piccoli, che non hanno sviluppato uno schema motorio o che sono immobilizzati e in cui il trattamento ha il solo scopo di alleviare le contratture dolorose e facilitare alcune manovre quotidiane (lavare vestire). In questi casi i trattamenti possono essere ripetuti anche ogni 15 gg o ogni settimana.
5. Se dopo il primo ciclo il bambino ottiene un risultato pari a 10, dopo il secondo non raddoppierà la prestazione, soprattutto in caso di spasticità, perché il Cro®system fa lavorare meglio quanto rimasto sano e più di tanto non potrà fare. Si arriverà, prima o poi, ad una saturazione dell’effetto.
6. La responsività dei bambini è molto elevata, ma in mancanza di effetti è inutile continuare.
7. In base al punto 2.c, anche se i genitori non notano cambiamenti, è bene affidarsi al parere del terapista prima di abbandonare la strada del Cro®system.
A seguire considereremo le situazioni più comuni nelle PCI e il ruolo che il Cro®system può avere, limiti inclusi. Esamineremo quindi i dubbi che più spesso vengono sollevati, cercando di dare risposte chiare dove possibile, segnalando la prudenza necessaria in altre.