La terapia del piede cadente: possibilità di recupero
La lesione del nervo SPE (nervo sciatico popliteo esterno, o più semplicemente “nervo peroneo comune”) è spesso causato da un trauma, un intervento di chirurgia sulla colonna vertebrale, una qualche compressione.
Le conseguenze certamente non mettono in pericolo la vita, ma sono molto fastidiose. I comandi che corrono lungo questo nervo servono a sollevare la punta del piede quando camminiamo.
La terapia del piede cadente: funzione dei muscoli controllati dal nervo SPE
Questo movimento è necessario quando facciamo un passo in avanti, per evitare che la punta del piede incespichi su un qualunque piccolo rialzo della superficie su cui camminiamo, anche un semplice tappeto.
Se questo sollevamento è molto piccolo in ampiezza (si parla di pochissimi cm), tuttavia deve essere preciso sia nell’ampiezza, sia nel tempismo.
Un piccolo esempio ci aiuterà a capire quanto sia raffinato questo piccolo movimento, di cui ci accorgiamo solo quando è sbagliato. È probabilmente capitato a tutti di salire una scala e inciampare in un gradino, perché la sua altezza è lievemente maggiore degli altri. Quando saliamo, il nostro cervello “misura” quanto la punta del piede si deve alzare (dorsi-flessione del piede). Il cervello memorizza questa altezza e solleva la punta del piede esattamente quanto occorre. Un gradino di altezza diversa ci fa inciampare.
Quando la via di comunicazione tra il cervello e i muscoli che sollevano il piede è interrotta (lesione del nervo SPE) i comandi non arrivano più e il sollevamento o è insufficiente (lesione del nervo SPE parziale) o è del tutto assente (lesione del nervo SPE totale).
La terapia del piede cadente
In questi casi, per non inciampare continuamente (con rischi importanti di cadute), il cervello comincia ad alzare di più il ginocchio. È l’andatura caratterizzata da “steppage”, si alza di scatto il ginocchio, come se dovessimo salire un gradino. In questo modo non si inciampa, ma richiede una certa attenzione. In particolare, in salita o se c’è davvero un gradino, il rischio è quello di una caduta più o meno rovinosa.
La terapia del piede cadente. Come evolve
Se il danno è causato, come quasi sempre, da una lesione del nervo SPE, il nervo si può rigenerare. Tuttavia, ci impiega molto, quando va bene circa 1 mm al giorno. Se il danno è in basso, al ginocchio, la rigenerazione deve andare da quel punto a circa metà gamba, circa 15-20 cm, cioè 150 – 200 mm, quindi servono almeno 5-7 mesi. Ma in questo tempo succede dell’altro.
Il cervello si accorge che almeno una parte del muscolo (quella che aspetta la rigenerazione), non funziona. Oppure si accorge che non riesce ad ottenere proprio nessun movimento dal piede. Così, pian piano “cancella” quella via nervosa. Quando la re-innervazione sarà completata, il cervello comunque non saprà più usare quella via.
Per evitare questo è necessario fare in modo che il cervello riesca a far funzionare meglio quel che è restato, poco o tanto che sia.
L’esercizio fisico (esercizi di sollevamento della punta del piede, magari contro un peso o un elastico che fa resistenza) è lungo, molto difficile. Questo muscolo è infatti “bravo” a fare piccoli e veloci movimenti, m movimenti lenti, magari con dei pesi, gli riescono proprio male.
Per queste ragioni il recupero del piede cadente è veramente moto difficile e insoddisfacente.
Il Cro®system ha introdotto una nuova possibilità.
Il Cro®system agisce direttamente sulle reti nervose, permettendo di aumentare precisione e velocità. Per questi motivi l’azione è assolutamente rapida. Inoltre, il risultato è permanente perché ad ogni passo, se effettivamente si riesce a migliorare il movimento, si fa un piccolo esercizio.
I limiti
I limiti dipendono dalla situazione, è vero che è sufficiente la presenza di un movimento anche piccolissimo, ma è indispensabile verificare la situazione in un centro competente, allo scopo di capire se c’è la ragionevole possibilità di recuperare.
Si noti che il trattamento in genere non consente di avere un movimento ampio come quello normale. Tuttavia, consente di recuperare quell’ampiezza e quella velocità che consentono di non inciampare e di non steppare.
Per ulteriori informazioni, vi invitiamo a consultare l’elenco dei Centri CroSystem Autorizzati.
Il Crosystem è in uso da tempo presso diverse istituzioni
La Asl di Latina, Offerto dalla Lega Italiana dei tumori
Il Don Gnocchi di S.Maria al Castello
Il Don Gnocchi S.Maria alla Pineta di Massa
Il protocollo è inserito dal 2016 nelle linee guida americane per la spasticità
L’articolo è opera del Prof. Guido Maria Filippi