Ischemia cerebrale, trombosi o emorragia cerebrale, ictus
L’ictus, la trombosi cerebrale, l’emorragia cerebrale, sono eventi gravi e diversi, ma con un meccanismo comune.
Ictus in latino significa “colpo”, si usa per descrivere un danno cerebrale prodotto da due problemi vascolari opposti: la trombosi e l’emorragia.
- Nella trombosi, un vaso è improvvisamente tappato da un coagulo.
- Nell’emorragia, il coagulo, non si è formato e del sangue ha inondato (un poco o tanto, a seconda dei casi) la materia cerebrale.
Due situazioni opposte, ma con lo stesso effetto: l’ischemia. La zona non riceve più ossigeno perchè non riceve più sangue.
- Nella trombosi perché il sangue in quel punto non arriva più (il vaso è tappato).
- Nell’emorragia, la raccolta di sangue letteralmente “soffoca” le cellule nervose.
Due eventi diversi che accadono improvvisamente, (ictus=colpo). In un caso il paziente coagula troppo, nel secondo troppo poco. Questo richiederà cure immediate molto diverse, ma l’effetto è simile: non arriva ossigeno ad alcune o molte cellule nervose.
Riabilitazione dopo ischemia cerebrale
Cosa accade dopo un’ischemia cerebrale? La riabilitazione dopo ictus, come agisce?
- Alcune cellule muoiono e al momento non è possibile rinnovarle.
- Altre cellule non funzionano, o funzionano male, ma possono essere recuperate.
- Popolazioni di cellule, sane, possono fare le veci, almeno in parte di quelle perse.
Il bilancio tra queste 3 situazioni determinerà il recupero.
Già così è facile capire perché ogni paziente sia una storia a sé e sintomi simili possono avere evoluzioni diversissime.
- Alcune cellule nervose interessate dall’ischemia non funzionano, o funzionano male, ma possono essere recuperate.
La riabilitazione dopo ictus dovrà stimolare il paziente appena possibile, spingerlo a cercare di riattivare quanto riattivabile.
- Popolazioni di cellule sane possono svolgere i compiti, almeno in parte, che erano svolti dalle cellule perse.
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Riabilitazione dopo ischemia cerebrale, la plasticità
Questa capacità si chiama “plasticità del sistema nervoso”.
Il sistema nervoso non è qualcosa di statico, come un osso con la sua forma, il colore degli occhi.
Il sistema nervoso è dinamico, cambia continuamente.
E’ più bravo a cambiare nei bambini, meno negli adolescenti, meno negli adulti. Ci sono comunque delle variabilità individuali a volte stupefacenti. Tutto questo è vero in generale. Dopo un ictus non è possibile sapere quanto quel cervello sarà “plastico”.
Come si incoraggia, si spinge la “plasticità” cerebrale dopo un ictus, dopo un’emorragia cerebrale o dopo un’ischemia?
Tipicamente con l’esercizio: il paziente per compiere degli atti motori deve far funzionare il suo cervello. Il cervello reimpara, e reimpara facendo. È una metodica tipicamente “indiretta” per far lavorare delle cellule nervose chiedo di eseguire un compito.
Le tecniche di riabilitazione dopo ictus sono numerosissime. Perché la riabilitazione è una scienza giovane e sta ancora cercando di capire come fare. Perché spesso lo stesso esercizio viene svolto meglio da un paziente e male da un altro.
L’esercizio ha tre limiti: dipende dall’applicazione che ci mette il paziente, richiede tempi lunghissimi. Il paziente diventa “bravo” solo in un certo tipo di movimento, in una certa situazione.
Esempio: dopo un ictus non raramente il ginocchio rimane teso, la gamba non si flette. Il paziente fa molti esercizi e dopo molto tempo riesce a piegare il ginocchio. Sdraiato su un lettino piega il ginocchio. Se cerca di piegarlo camminando non ci riesce. Si diventa bravi solo nello specifico esercizio in cui ci si allena.
Riabilitazione dopo ischemia cerebrale e la stimolazione della plasticità
In tempi relativamente recenti si cerca di sfruttare meccanismi diretti.
Agisco direttamente sulle cellule nervose, applicazione del paziente pochissima, non più esercizio-dipendente. Ad esempio, con correnti elettriche, con la Stimolazione Magnetica Transcranica.
Recentemente con vibrazione focale, ha trovato ampio utilizzo.
La vibrazione applicata a singoli e selezionati muscoli per attivare selezionate vie nervose, direttamente implicate nel controllo del movimento. La vibrazione focale stimola la plasticità con effetti della durata di almeno mesi.
Questo ultimo approccio ha il maggiore sostegno bibliografico, è stato inserito nelle linee guida americane della riabilitazione dell’ictus (Guidelines for Adult Stroke Rehabilitation and Recovery). Il Crosystem è la pratica con più abbondante sostegno scientifico.
Il trattamento è indolore, rapidissimo: solo 3 giorni,
Il miglioramento non è limitato ad un solo movimento, ma si manifesta in tutti i movimenti in cui il muscolo è utilizzato. Questo perché non è indotto da uno specifico esercizio. È indotto da una stimolazione (vibrazione aspecifica) che esalta il controllo propriocettivo. Il sistema di controllo propriocettivo controlla il movimento.
Limiti del Crosystem
Occorre valutare la situazione. La pratica è rapida, del tutto non invasiva.
- Se il paziente presenta una flaccidità, un’ipotonia, tale che nessun movimento volontario è possibile, neppure minimale, non si può fare nulla. Altrimenti i margini di recupero sono importanti e i risultati permanenti.
- Se il paziente presenta spasticità, a seconda dei muscoli, il rilasciamento non è permanente, ma, di regola, è di mesi o anche di un anno, con una regressione spesso non completa.
Il Crosystem non è comunque in grado di far alzare un paziente che non sia già in grado di farlo, sia pure minimamente. Tuttavia, in moltissime situazioni può offrire un supporto assolutamente utile nella riabilitazione dopo un ictus, dopo un’emorragia o un’ischemia cerebrale.
Il Crosystem è in uso da tempo presso diverse istituzioni
La Asl di Latina, Offerto dalla Lega Italiana dei tumori
Il Don Gnocchi di S.Maria al Castello
Il Don Gnocchi S.Maria alla Pineta di Massa
Il protocollo è inserito dal 2016 nelle linee guida americane per la spasticità
Elenco completo dei centri Crosytem
L’articolo è opera del Prof. Guido Maria Filippi