paralisi infantili cure

Paralisi cerebrali infantili 1 – Generalità.

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La paralisi cerebrale infantile è un grave disturbo neurologico, fortunatamente non peggiorativo,  derivante da un insulto al cervello (può avere varie origini) che compromette principalmente la tonicità muscolare e le capacità motorie del bambino. In vari articoli che pubblicheremo prossimamente, considereremo i diversi aspetti di questa complessa patologia.

Cosa sono le paralisi infantili?

La paralisi cerebrale infantile è un disturbo neurologico (persistente e non progressivo) che principalmente altera la coordinazione dei movimenti, la tonicità e la padronanza dei muscoli scheletrici, compromettendo seriamente la postura e spesso anche la capacità di comunicazione dei bambini che ne sono affetti.

I sintomi della paralisi variano molto da soggetto a soggetto, in relazione all’entità ed estensione del danno cerebrale subito. Il quadro sintomatologico, le cui manifestazioni predominanti sono la mancanza di coordinazione dei movimenti e l’alterata padronanza dei muscoli scheletrici, può complicarsi con molti altri disturbi, che possono riguardare le facoltà comunicative, la vista e l’ingestione del cibo.

Fra le manifestazioni caratteristiche di questa patologia possiamo annoverare:

  • Indebolimento della massa muscolare, che assume un aspetto molle
  • Spasticità dei muscoli (con riflessi esagerati dei tendini)
  • Atassia (mancanza di coordinazione)
  • Rigidità muscolare
  • Movimenti involontari
  • Camminata difficoltosa (tipica è l’andatura sulle punte, detta “a forbice”)
  • Sbavamento eccessivo e difficoltà a parlare e deglutire
  • Problemi di postura e malformazioni della colonna dovuti allo scarso tono muscolare.

Cause delle paralisi cerebrali infantili.

Le paralisi infantili sono dovute a danni subiti dal cervello prima, durante o dopo la nascita, che ne hanno bloccato il normale sviluppo e danneggiato parte della struttura nervosa.

Prima si tendeva a pensare che l’unica causa di questa patologia fosse mancanza di ossigeno al cervello durante il parto, mentre ora si tende a pensare vi siano altre cause che si instaurano prima della nascita, fra cui:

  • Mutazioni genetiche che alterano lo sviluppo cerebrale
  • Disturbi di salute della madre durante la gravidanza (come infezioni virali o batteriche trasmesse al feto) esposizione ad elementi tossici, problemi alla tiroide.
  • Ictus fetali (interruzioni del flusso di sangue al cervello del bambino prima o dopo la nascita)
  • Nascita prematura e basso peso alla nascita (in queste categorie di neonati è stata registrata una più alta incidenza di paralisi infantile).
  • Danni da parto

Spesso non è possibile identificarne la causa e, non raramente, la lesione, il problema: l’unica evidenza è il deficit. La ragione di ciò è che il danno può essere di tipo biochimico: il sistema nervoso appare quindi, anche alle indagini più sofisticate, integro. Tutto questo ha tuttavia importanza solo in caso di problemi genetici ed ereditari, in vista di altre gravidanze, ma non cambia le cure, che sono quasi sempre calibrate sul tipo di deficit più che sulle cause che lo hanno originato.

Inoltre, la sintomatologia e lo stesso possibile recupero spesso non sono correlati all’entità del danno eventualmente evidenziabile: si osservano non raramente recuperi sorprendenti e del tutto razionalmente insperabili a fronte del danno presente.

Ancora una volta si sottolinea la mancanza della certezza nei singoli casi, sia in negativo che in positivo. Si parla sempre e solo di possibilità.

La ragione di tale imprevedibilità del decorso è da mettere in relazione alla capacità del sistema nervoso di compensare i danni (il sistema nervoso in genere non può riparare i danni, ma può compensarli inducendo altre parti a svolgere i compiti svolti da quanto danneggiato). Ogni qualvolta osserviamo gli  effetti di un danno cerebrale, in neonati o adulti, quanto vediamo è la somma del danno più i compensi “inventati” o terapeuticamente sollecitati dal sostena nervoso.

La diagnosi non sempre è chiara o anche sospettabile alla nascita, ma può rendersi presente con il tempo, ad esempio intorno agli 8-14 mesi. La ragione di tale ritardo nella diagnosi di questa patologia, non raramente attribuita a fattori esterni (febbri, vaccini, infezioni o altro), è in realtà di solito dovuta al progressivo svilupparsi di movimenti o comportamenti sempre più complessi (in particolare intorno ad un anno di età) che risultano anomali e inducono ad analisi più attente e professionali.

Paralisi infantile: si può curare?

Purtroppo i danni al cervello non possono essere riparati, quindi la paralisi celebrale infantile non è curabile: sono tuttavia disponibili contromisure terapeutiche in grado di migliorarne la sintomatologia e di rallentare l’insorgenza di complicazioni nel corso degli anni (come le anomale contratture muscolari che ostacolano la normale crescita ossea, deformando le articolazioni)

Il trattamento della paralisi infantile si orienta su tre direttive:

  • Fisioterapica: tramite esercizi mirati si cerca di migliorare forza ed elasticità muscolari, mobilità articolare e coordinazione del bambino. Si noti che non si parla di comune fisioterapia, ma di neuroriabilitazione su bambini. Si tratta di una riabilitazione specialistica per danni neurologici rivolta ai più piccoli, molto diversa rispetto a quella per adulti.
  • Farmacologica: spasticità e rigidità muscolare vengono trattate iniettando la tossina botulinica, correntemente indicata come “botox”, nell’aera interessata (quando la spasticità è isolata ad un determinato gruppo di muscoli) o tramite la somministrazione sistemica di farmaci miorilassanti
  • Chirurgica: questo approccio era in passato circoscritto alla presenza di spasticità tali da creare dolore intenso ed alla presenza di rischi di deformazioni articolari. Le metodiche nel tempo si sono particolarmente affinate ed oggi sono praticabili su molti muscoli, anche in casi in cui le contratture siano di modesta ma invalidante entità.

La fisioterapia è ad oggi la terapia principale e di maggior aiuto: la stessa chirurgia, senza una neuroriabilitazione specialistica, può ben poco.

CroSystem nelle patologie neurologiche.

Gli articoli che verranno pubblicati prossimamente considereranno le possibilità ed i limiti dell’intervento con il Crosystem, un innovativo macchinario che trasmettendo alla zona interessata delle microvibrazioni meccaniche quasi impercettibili, interviene proprio a livello di rigidità articolare, modificando sensibilmente il controllo del tono muscolare.  Si tratta quindi di un intervento assolutamente non invasivo, spesso notevolmente efficacia, particolarmente indicato per i piccoli pazienti.

Per ulteriori informazioni su CroSystem, che è completamente indolore e privo di controindicazioni (può essere utilizzato anche su bambini di meno di 1 anno di età) potete consultare l’elenco aggiornato dei centri autorizzati, in Italia e all’estero.

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